Come i fiori nei prati

Quel giorno, giunto sul crinale del Monte Maggiore, sedetti ad osservare le fioriture dei prati d’alta quota. Poco dopo vidi arrivare a passo lento un uomo d’una certa età. Una barbetta bianca e occhiali a lenti tonde, gli donavano l’aria da vecchio professore. Mi incuriosiva quel suo grosso bastone curvo, tutto nodoso dalla forma arcuata. Accortosi del mio sguardo indagatore, si fermò a qualche passo da me e disse : “ Buongiorno, ho notato con piacere che stai contemplando la bellezza dei prati in fiore”. Quelle sue parole mi strapparono un sorriso e così gli dissi che quella bellezza mi sarebbe piaciuto portarla a casa con me…” questi fiori blu, sa dirmi di che specie sono?” e lui:“ Genziane, fanno parte della famiglia delle Gentianacee, ve ne sono circa quattrocento varietà differenti…ma a sua volta le Genziane sono una delle migliaia di piante officinali presenti in natura”. “Grazie sono bellissime e adesso so come si chiamano”. Barba bianca mi sorrise e non disse nulla, appoggiò il grosso bastone a terra e si mise a sedere di fianco a me. Fece un sospiro poi si voltò e mi disse: “Vedi, a questo mondo tutto è perfetto, ogni cosa ed ogni essere vivente hanno il loro posto. Guarda questo prato, ogni foglia d’erba, ogni fiore ed ogni insetto ha il suo posto e tutto compone un mosaico in perfetta armonia. Anche l’uomo fa parte di questo mosaico a patto che sappia riconoscere qual è il suo posto”. Pensai che aveva proprio ragione…”si ma l’uomo vuole dominare, accumulare, sfruttare tutto fin che ce n’è”. A quel punto barba bianca probabilmente non mi udì nemmeno, assorto com’era nei suoi pensieri con la testa rivolta all’insù a scrutare il cielo. Ci furono uno o due minuti di completo silenzio, riempito solo dal fruscio del vento. Poi lui riprese con queste parole:” vedi, anche il fiore più bello prima o poi appassisce ma la sua materia in decomposizione sarà il concime per una nuova specie vegetale. L’uomo crede di poter raccogliere il fiore più bello quando gli pare ma non si rende conto che lui stesso è fatto della medesima  materia del fiore, destinato alla stessa sorte. Però quando un uomo vede un bel fiore, prova una sensazione di piacere, sa riconoscere la bellezza ed apprezzarla e tutto ciò non ha nulla a che fare con la materia. Il suo pensiero e le sue emozioni vanno oltre la materia”. Certo era così ma a questo punto ero davvero curioso di conoscere chi era quell’ uomo che mi stava di fianco…”mi scusi ma lei è un professore, un filoso, uno scienziato…”beh un po’ tutti e tre ma adesso devo proprio andare. Piacere di averti conosciuto” “il piacere è tutto mio, Ma come si chiama?!”. Mentre dicevo queste parole barba bianca aveva già imboccato il sentiero in discesa…”come si chiama?”. Sparì dalla mia vista in un attimo, all’ improvviso così come mi era apparso.

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